Oggi 4 aprile 2025 si conclude la KubeCon + CloudNativeCon a Londra. Sono partito per una settimana lavorativa praticamente e devo dire che il bilancio è molto positivo. Certo, ho dovuto rispondere ad “aduken” di email e messaggi lavorativi ma l’ho fatto volentieri.
A Londra mi sembrano tutti molto educati e in presa bene, e poi sono stati 5 giorni di sole. Quest’anno anche al Fosdem c’era il sole. Insomma, dal punto di vista metereologico sono stato fortunato ad entrambi gli eventi dell’anno (considero questi due gli “eventi dell’anno”, ma ce ne sono tanti altri interessanti).
La conferenza si è tenuta ad ExCeL London di cui adoro il mix tra location dell’evento ed esercizi commerciali “embedded”. I panini della KubeCon sono buoni, ma anche farsi dei noodles in pausa pranzo fa piacere. L’organizzazione dell’evento è stata perfetta, non ci sono mai state code per i talk, le presentazioni molto chiare.
Naturalmente, il mio viaggio, essendo stato sponsorizzato da parte della mia società, Sourcesense (che ringrazio), ho avuto il piacevole mandato di non presidiare la conferenza solo per accumulare gadget (tema su cui dopo scriverò qualche riga) ma anche per carpire quelli che sono i trend tecnologici, le soluzioni e gli spunti per architetture e tool-chain nuove.
Kubernetes ha da poco compiuto 10 anni e devo dire che la community è ancora molto attiva e determinata.
Ogni tanto si è parlato di una grande numerosità di progetti nella tool-chain presente nel CNCF. Questo aspetto genera complessità, ma credo che sia facile individuare i tool su cui puntare grazie alle attività di divulgazione che i membri della community svolgono. L’anno scorso, a Parigi, ricordo che si parlò di era dell’AI e in effetti anche in questa KubeCon si è ripreso il tema. Come eseguire i modelli, containerizzarli, distribuire i carichi a seconda delle risorse all’interno di Kubernetes, sono alcuni punti di vari talk a cui ho partecipato. Come l’anno scorso, il tema su cui ci è si è soffermati parecchio è quello della osservabilità. Kubernetes e le architetture a microservizi (tanti microservizi) possono risultare complessi da osservare. Ma è un problema che grazie a Prometheus e Open Telemetry è risolvibile a mio parere. Naturalmente, senza farsi sommergere dalle metriche e applicando una selezione di quest’ultime che abbia senso. Anche perchè tali metriche allertano i reperibili ed è necessario svegliarli veramente quando serve! 🙂
L’aspetto interessante di KubeCon sono i talk di ingegneri che lavorano in grandi realtà dove hanno grandi (ma veramente grandi) cluster Kubernetes e risorse a disposizione. Sono spunti interessanti per capire se la tool-chain, i pattern di CI/CD e Observability, la distro Kubernetes scelta, sono in linea con chi affronta sfide simili (e a volte più grandi, come nel caso del CERN).
Si è parlato anche di Rust e della sua presenza sempre più crescente all’interno del progetto Linux. Si è anche un po’ scherzato sullo spirito di repulsione che gli sviluppatori della vecchia scuola, amanti e utilizzatori ormai abitudinari del C, hanno nei confronti di Rust. Non scenderò nel dettaglio ma ricordo come sono state visionate alcune CVE del Kernel che banalmente sono state prodotte da una dimenticanza dei programmatori nel valutare correttamente i ritorni di funzioni. Rust non impone il controllo su tutti i ritorni sempre, ma lo fa in modo intelligente grazie a tipi come Result
e Option
combinati con annotazioni tipo #[must_use]
. Insomma, il messaggio che è arrivato è che il compilatore non risolve qualsiasi problema ma facilità la vita degli sviluppatori.
Ho trovato i soliti cloni di KubeInvaders e quest’anno ce n’era uno nuovo! Ho postato qui le foto. Devo dire che preferivo SpotInvaders di AWS a questo punto 😀 Naturalmente lo dico in modo scherzoso.
Andiamo ora su alcuni aspetti ludici degli eventi tech..
Stickers
A livello di sticker ce ne sono veramente tanti. Ci sono degli Stickers Wall dove accollandosi un po’ di fila è possibile fare scorta. Credo però che sia possibile prenderne uno per tool (ricordo che a Parigi venni ripreso…). Tuttavia, a questa KubeCon non ci sono andato allo Stickers Wall.
Ci sono anche gli sticker che distribuiscono nei vari banchetti e chioschi dell’area Solutions Showcase. I vendor più grandi e potenti hanno chioschi che sembrano delle “micro discoteche”. C’è anche spesso un qualcuno microfonato che fa molto “venghino signori!”.
I progetti che seguo io, di solito, hanno il banchetto piccolo e una persona sola a presidiare.
Gadgets
Quelli non li ho proprio presi. Gadget uguale “tonnellate di email quando torno” (scherzo naturalmente).
In sostanza, quest’anno non ho rimediato gadget e ho portato con me veramente pochissimi sticker. Non so perchè, ma mi sento molto più a mio agio al FOSDEM sul tema dell’acquisizione compulsiva degli adesivi… Lì, basta una stretta di mano e un’occhiata per ottenerli mentre a KubeCon, giustamente, un po’ di chiacchiere in più è gradito che ci siano. Ripeto, non è una critica. Il mercato va alimentato in qualche modo e le aziende (anche quelle che lavorano a contatto con l’open-source) devono promuoversi come è giusto che sia.
Quindi, il FOSDEM rimane l’unico luogo dove puoi prendere tonnellate di sticker in tranquillità (non frequento troppe conferenze per cui perdonatemi se ci sono posti in cui è possibile prenderne di più).
Il bilancio di questo viaggio
Veramente super positivo. Ho assistito a talk di persone che seguo e che per me sono i punti di riferimento su Kubernetes e sull’ecosistema che si è creato intorno.
Torno con qualche informazione in più sui trend, le architetture di riferimento e progetti di rilievo. Torno anche con qualche accordo interessante :D.
È importante sapere che Kubernetes è supportato da una community enorme e distribuita a livello globale perchè ormai lo utilizziamo per esercire molte delle infrastrutture su cui lavoriamo. Presidiare tali eventi è fondamentale.