Altro post non tecnico, ma pregno di contenuti manageriali. In effetti da un po’ di tempo a questa parte sto sempre di più riducendo il tempo che passo sulla shell e devo dire che il lutto è ancora in corso. Tuttavia cerco di vedere il bene ovunque e quindi anche in questa transizione che da ormai da anni mi porta dalla shell (uso “shell” per indicare tutto il contesto tecnico) a Power Point (che poi non uso mai perchè in azienda usiamo Google Presentation).
La premessa
Tutte le aziende sono sul mercato. Il mercato è di stampo capitalistico ergo tutto le aziende devono aderire ai dettami del capitalismo. Questo sinifica che ci piaccia o no, tutte le aziende devono crescere il più possibile. Ho parlato con tante persone a me vicine e tutte hanno riscontrato nelle loro aziende una spinta verso l’alto e non un’attitudine al mantenimento dello status quo. Questo è ciò che riporto da un’analisi della situazione attuale senza esprimere giudizi (non è l’obiettivo di questo post…).
Siccome tutte le aziende non possono smettere di crescere e devono cercare di diversificare ed evitare single point of failure anche nel buisiness (ovvero avere un cliente solo su cui puntare) il rapporto causa effetto di tale premessa implica inesorabilmente che i manager siano “splittati” tra tanti progetti.
Il mio più grande problema
In una frase: gli stakeholder dei vari progetti non sanno che sei su altri progetti. Sbaglio? In realtà lo sanno e mi pongo troppi problemi?
Management Burnout
Non vorrei usare inpropriamente la parola burnout ma fa molto scena ed è una parola importante. Esso è quando devi tenere in piedi tante storie diverse cercando di non mettere da parte le storie extra-lavorative (ci vorrebbe un altro post per questo aspetto).
Lo stato di burnout da management inizia quanto ti rendi conto che non fai altro che chiedere agli altri “come va?” perchè non hai il tempo di entrare troppo deep nel contesto. Siccome tutte le cose cambiano e l’impronta di questo posto è molto “straight edge” vorrei precisare che finite le emergenze si torna alla normalità riducendo i “come va?” e tornando all’analisi chirurgica dei problemi, l’instradamento tecnologico e al processo di crescità delle persone. Insomma alla data della scrittura di questo post le cose potevano migliorare 😀
Ma è veramente burnout da management?
Oggi alla chiusura di un progetto ho avuto una sorta di momento catartico. Ho pensato “le persone lavorano bene per il solo fatto che sono lì con loro?”.
Ho inziato a ragionare molto su quest’ultimo aspetto e ho pensato che effettivamente può essere così. Se la risposta fosse diversa da sì, allora mi chiederei perchè esistono i manager? Potrebbe farne a meno un’azienda? La risposta è no. Chi è sopra e ancora più sopra e così via ha bisogno di persone fidate che parlano con chi è sotto (in senso buono).
Quindi… essere floating tra tanti progetti è burnout? A volte mi sembra di sì ma forse non lo è e volevo condividere con la rete la mia esperienza. Mi sento molto galleggiante tra i progetti che poi alla fine vanno bene. Ora, o vanno bene perchè hanno una sorta di pilota automatico, oppure perchè in effetti um manager è proprio in questo aspetto che non interviene ma allo stesso tempo interviene (più tutto il lavoro prezioso che svolge il team operativo).
L’importante è starci perchè gli anni di esperienza che per qualche strana ragione in aggiunta all’investitura del ruolo agiscono da spinta di accelerazione sui membri di un team.
Il lutto tecnico
Questo ce l’ho messo a forza in questo post. Di base tutto l’articolo è un modo di sopperire a questo, per me, delicato argomento. Essere in prima linea o far lavorare diverse linee? Quale dei due è più soddisfacente? Ho la risposta, ed è solo una questione di “tempo”.
Il tempo dei feedback
La soluzione al problema del “lutto tecnico” è semplicemente legato al “tempo”. Quando lavori da tecnico hai feedback più frequenti e vedi più rapidamente il risultato del tuo lavoro, quando lavori come manager ci vuole di più. Se i manager (con il mio problema) imparassero questo concetto potrebbero superare prima il lutto tecnico.
Di seguito una foto di Mark Renton, per dare al tema dei feedback un aspetto stile “droga” :d